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Corteo Storico di Bitetto (BA)
Rievocazione del Ringraziamento del Duca D'Atri e Signore di Bitetto Andrea Matteo Acquaviva a Fra' Giacomo Varingez.

Il Duca Andrea Matteo Acquaviva torna a Bitetto con la Duchessa, i figli e la Corte per ringraziare Fra Giacomo ed in segno di devozione fa costruire in una notte la strada rettilinea che ancora oggi collega il Santuario al Paese. In questa rievocazione i personaggi e gli eventi connessi alla storia minore del territorio, si fondono in una sorta di canovaccio in cui le azioni sceniche si articolano in scansioni "sospese" tra rigore storico e libertà poetica.

L'evento si svolge il 1 maggio, condizioni atmosferiche permettendo.


TRA VESTIMENTO E STORIA

Narrare la storia per immagini, anche se rispettose degli eventi, può costituire un rischio, se non si è disposti a concedere quel margine d'interpretazione di cui qualsiasi forma di spettacolo si avvale per annullare il divario spazio-tempo ed attualizzare le azioni che si rappresentano.

La conoscenza degli eventi, molte volte è basata su memorie amplificate dal tempo e, anche se talvolta la storiografia locale offre pochi documenti cui rifarsi, vi è il costante tentativo della ricerca di particolari fatti locali che, tradotti in manifestazioni pubbliche, permettono all'immaginario collettivo di ritrovarsi. Si legittimano in questo modo trasgressioni ed interventi come sostegno ai fatti concretizzati in un costrutto scenico che. come in questo caso, prende forma in un “corteo storico rievocativo”.

Come si vede, un corteo storico non è altro che una grande pièce teatrale che si avvale di spunti storici per compensare il bisogno di spettacolarizzazione, e che soprattutto funziona da collante tra il territorio (arte, architettura, fonti letterarie) e le radici di un popolo che attraverso la “teatralità“ impara a conoscere meglio se stesso.

Il racconto che si snoda avvalendosi di figuranti che interpretano dei personaggi riconoscibili per i loro abiti, se esplicitato in modo semplice e didascalico assolve anche ad una funzione per cosi dire didattica, poiché anche nella narrazione della storia minore si possono trovare per comparazione o per similitudine, molti riferimenti alla storia ufficiale (es. nel nostro caso gli Aragonesi a Napoli, clima culturale, l'arte, il lusso ecc.).

Nondimeno, ci auguriamo che attraverso i costumi emergano anche delle notizie che dimostrino quanto nel Rinascimento la pratica suntuaria era seria e quanta differenza oggi possa esistere tra il mero travestimento e l'indossare un abito che attraverso i copricapi e i decori ci permetta, nello spazio atemporale di una rievocazione, di percepire il fasto della nobiltà' e la semplicità dei popolani. I nobili all'epoca esibendo il proprio status attraverso il lusso e concedendosi all'ammirazione della folla, ribadivano la loro posizione assolvendo ad un ruolo di compensazione nella sublimazione di un illusorio coinvolgimento visivo deputato al trionfo del potere, mentre i popolani, sottoposti a controlli suntuari, potevano solo esibire le virtù' morali espresse dalla modestia delle vesti e dal monocromatismo dei colori.

Le cronache storiche relative agli ingressi trionfali (matrimoni, battesimi, visite di sovrani, e spostamenti devozionali) descrivono tutte uno sviluppo a “processione” di personaggi abbigliati a tal uopo tra ali di folla in stranita contemplazione. I protagonisti sono sempre i nobili che nella dinamica dello spettacolo interpretano se stessi relegando al ruolo di spettatore la folla presente. Nel nostro lavoro di costruzione dell'evento storico che riguarda il Duca d'Atri e il Beato Giacomo si sono tenute presenti tutte le componenti sopraddette, pur assegnando, per esigenze di copione, ruoli da coprotagonisti ai popolani con funzione di tramite tra l'incedere solenne dei nobili e gli spettatori attuali, cercando dì interrompere la staticità della rappresentazione ritmando con azioni sceniche la cadenza lenta e lineare di un percorso, che srotola e riavvolge la pergamena della storia.


Rita Faure
Titolare della cattedra di
Costume per lo spettacolo AA BB Bari


Antefatto 

Il Duca partecipa alla congiura dei Baroni (1485) contro Ferdinando d'Aragona. Dopo la sconfitta si rifugia in un convento. Qui incontra Fra' Giacomo che gli predice il perdono del Re a differenza degli altri dodici congiurati cui sono mozzate le teste. Il Frate gli predice anche la nascita di un figlio maschio.

A seguito di questi avvenimenti, A. M. Aquaviva ritorna a Bitetto con la Duchessa, l'erede e la Corte per ringraziare il Frate ed in segno di devozione fa costruire in una notte la strada rettilinea che collega il Santuario al paese.

I soggetti di queste manifestazioni sono : Fra' Giacomo Varingez giunto dalla Dalmazia e ospitato presso il locale convento francescano di Bitetto con mansioni di questuante, Andrea Matteo Acquaviva Duca D'Atri e Signore di Bitetto, la Duchessa Isabella Todeschini Piccolomini, nipote del re Ferdinando d'Aragona, nobili del luogo, borghesi, commercianti, popolani, musici giullari e cavalieri.

In queste rievocazioni, i personaggi e gli eventi connessi alla storia minore del territorio, si fondono in una sorta di canovaccio in cui le azioni sceniche si articolano in scansioni “sospese” tra rigore storico e libertà poetica.


 

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