La cronologia della sua
vita è incerta, e subisce sbalzi notevoli sia presso gli storici dell' Ordine francescano
sia presso quelli laici. Naque, più probabilmente, a Zara intorno al 1400 da Beatrice e
Leonardo Varingez; in una data imprecisata, partì dalla Dalmazia e approdò a Bari dove
sostò per qualche tempo nel convento di S. Pietro, ora distrutto; gli storici lo vedono
pellegrino tra il Convento di S. Maria dell'Isola di Conversano e quello di S. Maria
degli Angeli di Cassano, dove egli fece il cuciniere, l'ortolano e il cercatore; a
Conversano, inoltre fu preso a benvolere dalla potente famiglia dei conti Acquaviva, che
nutrirono per lui tanta venerazione e gli fecero visita quando fu trasferito in altri
Conventi.
Giunse a Bitetto, presso il convento di S. Francesco, quando ormai era in età avanzata,
questo particolare deriva dal fatto che egli usava il bastone, su cui sono sorte tante
leggende. Da ricordare l'episodio che vuole il conte Andrea Matteo Acquaviva, che si era
rifugiato presso il Convento, per scampare ai sicari del Re di Napoli, contro cui aveva
congiurato con altri baroni; aveva avuto confiscati tutti i beni ed era stato condannato a
morte, ora la sua vita era nelle mani del Beato che pregò per lui, così che il duca
D'Atri ebbe salva la vita e per riconoscenza al Beato, in una notte, con una massiccia
partecipazione di operai di Bitonto, fece la strada diritta che dal convento porta in
città.
A Bitetto morì tra il 1485 e il 1490; la sua fama di santità si accese una ventina di
anni dopo quando il suo corpo fu trovato incorrotto e flessibile, come tuttora si
conserva. La causa di canonizzazione fu iniziata nel l 629, nel 1700 Clemente XI Io
proclamò Beato; il 12 febbraio 1990 si è concluso il processo diocesano che potrebbe
proclamare Santo fra Giacomo Varingez.
La sua vita fu caratterizzata da una costante tensione contemplativa spinta fino
all'estasi, dalla impenetrabile umiltà vissuta nei servizi più faticosi e meno
gratificanti e da un alto fervore caritativo che mostrò in modo infaticabile durante la
peste del 1483, quando girò casa per casa per assistere gli appestati; e nelle terribili
estati di siccità, quando, attingendo acqua dalle cisterne del convento, la distribuiva
alla gente che premeva alla porta del convento a tutte le ore.
Tratto da "Il Beato Giacomo e il suo Santuario" Volume I
Edito a cura dei frati del Convento 1985
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